Gli uomini di Neandertal erano
abbastanza simili a noi, si sa. Un po' più grossi, con il cervello
più grande (ma minor rapporto cervello/peso corporeo), usavano rozzi
strumenti e avevano il culto dei morti, segno di capacità di ragionamento astratto. Sembra però che parlassero male,
per motivi fisiologici insuperabili (diversa posizione della glottide
o cose del genere), e questo li metteva in grandi difficoltà nella
trasmissione del sapere. In altre parole, avevano potenzialità
simili alle nostre, solo gli mancava giusto quel quid fisiologico per
fare il salto di qualità e svilupparle appieno. Per il resto erano
come noi. Vivevano poi in condizioni ambientali molto difficili,
l'Europa della glaciazione, sempre al limite della sopravvivenza,
mezzi morti di freddo e di fame, come sembra di capire dai resti dei
loro insediamenti. Così, quando si presentarono gli homo sapiens,
così simili ma più brillanti, per i poveri neandertaliani ci fu
poco da fare. C'è chi dice che furono massacrati; altri pensano che
convivessero fianco a fianco per migliaia di anni, l'uno di successo
e sempre più in espansione, l'altro - come un parente povero -
sempre più in declino, fino all'estinzione.
E me li immagino, gli ultimi
neandertaliani, nel loro ricovero, freddo, poco da mangiare, i bimbi
(pochi) che frignano; che guarda fuori malinconico la neve che cade.
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